martedì 15 gennaio 2008

Nuvole sulla Coppa

Molti di noi durante l’America’s Cup hanno tifato per Emirates Team New Zealand e solo pochi per Alinghi. Questi ultimi forse non hanno letto tutto quello che abbiamo scritto negli ultimi tre anni e non avevano una visione generale della tendenza che l’America’s Cup Management (società che sostanzialmente fa capo agli svizzeri) ha in mente per trasformare l’evento velico più antico del mondo. Gli effetti negativi che si sono accumulati in tutto questo periodo sono scoppiati all’indomani della vittoria di SUI 100 a danno di NZL 92.
La prima a muovere è stata la Louis Vuitton che ha ritirato la sponsorizzazione dopo un felice periodo durato più di 20 anni (era nell’aria dal momento che l’ACM aveva preteso l’appannaggio della Cup mentre nelle edizioni precedenti veniva gestita in modo indipendente da LV, senza dimenticare la sgradevole vicenda della festa indetta dalla Moet & Chandon –
vedi articolo). A ruota è seguito Larry Ellison che ha citato in giudizio Alinghi per non aver ottemperato ad alcune clausole citate nell’Atto di Donazione tra cui la non sportività che si desume dal voler accentrare tutti i poteri e vantaggi nelle proprie mani senza nulla concedere agli avversari. Dello stesso parere anche Russell Coutts appena ingaggiato da Ellison.
In questo clima è difficile pensare che quattro Team si siano precipitati ad iscriversi se si pensa che il protocollo definitivo verrà pubblicato solo il 31 ottobre. Si può capire e giustificare Desafío Español che ha trovato il doppio accordo e nel diventare Challenger of Record e di riconfermare Valencia come città ospitante. Più difficile per gli altri tre (Shosholoza, il neonato sfidante inglese Origin e Team New Zealand). Si vede che in qualche modo saranno stati incentivati a farlo.
Intanto Oracle Racing tiene le sue posizioni, peraltro condivise dalla maggior parte dei Team sfidanti, e se la controversia non verrà appianata per tempo c’è un serio rischio che fra due anni la Coppa America veda uno sparuto numero di partecipanti toccando il fondo di quel baratro in cui Bertarelli e l’ACM la stanno portando.
Purtroppo a rimetterci sarà ancora Valencia che si è ben indebitata per accogliere al meglio i visitatori nazionali e stranieri, ristrutturando in maniera egregia parte del vecchio porto commerciale e dotando la città di serie e sostanziali infrastrutture. Solo nel periodo delle semifinali e finali della LVC si è vista una discreta affluenza, in modo particolare degli Italiani, altrimenti piuttosto sotto le aspettative. Al contrario l’ACM fornisce i dati di affluenza al Port America’s Cup che hanno lo stesso valore degli accaldati che entrano in un grande magazzino solo per godere dell’aria condizionata. Per essere più chiari, i Valenciani che nei giorni festivi incrementavano i vari counter collegati ai tornelli di ingresso non hanno avuto nessun riscontro positivo nell’economia cittadina. Se in un centro commerciale ci fossero solo accaldati, la sera i gestori si ciuccerebbero le dita invece di contare i soldi.
Colui che viene da fuori – specialmente se straniero – vuole vedere le regate dal vivo e non al maxi schermo e vi possiamo garantire che all’infuori dei sopraccitati periodi di barche in mare ce n’erano pochine, tant’è che le inquadrature delle riprese TV erano strette come quelle fatte sul pubblico in certi comizi dalla partecipazione poco sentita.
Saggiamente questa volta Valencia per il 2009 ha pagato un po’ di più (si dice 105 milioni di Euro invece dei 90 sborsati la prima volta) ma con la clausola che per ogni partecipante in meno dei 10 preventivati, le verranno riaccreditate 10 milioni di Euro.
Diminuire l’intervallo tra una Coppa e l’atra certamente fa il tornaconto di Bertarelli che chiede cifre sempre più esose e che se potesse la farebbe ogni sei mesi, ma sarà dura per i Team minori pianificare una sfida concreta che possa attirare gli sponsor necessari a raggiungere un budget sufficiente per un confronto decoroso.
Tutto molto incerto quindi, tempi, modi, barche, regole, esiti delle azioni legali e iscrizioni, anche quella di Luna Rossa.
DIECI COSE CHE NON HO MAI CAPITO...

1) Come mai le donne non riescono a mettersi il mascara tenendo la bocca chiusa?
2) Come mai per chiudere Windows si debba cliccare su “start”?
3) Come mai la Lemonsoda è fatta con aromi artificiali e nel detersivo per i piatti trovi vero succo di limone?
4) Quando producono un nuovo cibo per cani “più gustoso”, in realtà chi lo ha assaggiato?
5) Perché Noè non ha lasciato affogare quelle due zanzare?
6) Perché sterilizzano l'ago prima di praticare le iniezioni letali?
7) Conoscete le indistruttibili scatole nere degli aerei?
Perché cavolo non ci fanno tutto l'aereo con quella roba???

8) Perché le pecore non si restringono quando piove?
9) Se volare è così sicuro, come mai quello dell'aeroporto lo chiamano Terminal?
10) Non capisco perchè inoltro queste cose!!!